"Rapine a disabile", ventinovenne in prigione


I carabinieri della locale Stazione avevano arrestato il 4 luglio un giovane di 22 anni, che aveva messo in atto  rapine ai danni di un disabile. 

Una rapina di 10 euro era stata preceduta da altre sottrazioni, nei giorni precedenti per le strade alfonsinesi, di danaro, documenti, un orologio e un braccialetto d’argento. Sul 29enne, con precedenti di polizia per rapina, furto e stupefacenti, gravava già la misura di prevenzione dell’avviso orale del questore a cambiare condotta di vita.

Il giovane nel tribunale a Ravenna in occasione dell’udienza preliminare, davanti al giudice Michele Spina e al viceprocuratore onorario Simona Bandini, aveva negato tutto sostenendo che in realtà la denuncia sarebbe stata fatta con scopi ritorsivi: e cioè per punire lui e i suoi amici perché, su richiesta del padre, avevano smesso di aiutare economicamente quel ragazzo (pure lui di origine magrebina) in quanto i soldi che riceveva, li spendeva, a suo dire, in alcolici. Di fatto il giudice aveva convalidato l’arresto e, come chiesto dalla difesa, aveva disposto l’obbligo di firma con divieto di avvicinamento (il vpo aveva chiesto il carcere). Una "misura di carattere non detentivo - ha spiegato nel nuovo provvedimento il giudice estensore Federica Lipovscek - presupponendo un atteggiamento collaborativo da parte dell’imputato"; però, in ragione del comportamento del 29enne, "non appare adeguata" per "fare fronte al pericolo di reiterazione di reati della stessa indole". Ecco spiegato l'arresto. 

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