Dal convegno dell’American Society of Clinical Oncology (Asco) giungono buone notizie, in merito alla salute dei pazienti oncologici con un tumore al polmone.
Diversi studi, infatti, presentati in occasione del congresso, da poco conclusosi a Chicago, hanno dimostrato risultati molto lusinghieri: da un lato, nuovi farmaci o nuove combinazioni di farmaci si sono dimostrate più efficaci di quelle attualmente in uso; e dall'altro, l'utilizzo di test genomici aiuta a capire quali pazienti con un tumore in stadio iniziale devono essere sottoposti a chemioterapia per prevenire una recidiva.
Solo in Italia circa 115 persone scoprono di avere un tumore ai polmoni (per un totale di oltre 44mila nuovi casi registrati nel 2024), che resta difficile da trattare perché più del 70% dei pazienti arriva alla diagnosi già quando è troppo tardi, quando la malattia è in evidente stadio di avanzamento e le possibilità di guarigione pressapoco ridotte.
La nuova ricerca, invece, presentata ad Asco 2025 riguarda, nello specifico, le persone con un carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio iniziale (IA-IIA), ma ad alto rischio di recidiva.
Si tratterebbe di un tipo di carcinoma ai polmoni più diffuso (circa l'80% dei nuovi casi annui) e, grazie anche alla diffusione dello screeening per la diagnosi precoce, sta crescendo sensibilmente il numero delle nuove diagnosi ai primi stadi.
A oggi questi pazienti vengono operati e poi, in base allo stadio e alla dimensione del tumore, si decide chi deve sottoporsi a chemioterapia per limitare il pericolo di una ricaduta. Le statistiche dicono però che, a 5 anni dall'intervento, solo il 65% è libero da malattia, mentre il 35% va incontro a una recidiva.
ph credit pixabay